Autorealizzazione e autoimprenditorialità
AUTOREALIZZAZIONE
Yolo: “You only live once”…si vive una volta sola. E’ un termine che ha quasi 10 anni di vita, tornato alla ribalta dall’inizio della pandemia. Perché questo periodo di incertezza ha portato tanti lavoratori a chiedersi: “E’ questa la vita che voglio? E’ questo il lavoro che ho sempre sognato?”. E’ un’economia che invita a rischiare, a buttarsi in una nuova avventura professionale, verso una nuova scelta di vita in nome dei propri valori, dei propri sogni e delle proprie passioni.
LA FRAGILITÀ NON E’ SINONIMO DI DEBOLEZZA
Il Covid-19 ci ha costretto a fermarci, ci ha messo di fronte alle nostre fragilità. E la fragilità non è sinonimo di debolezza, anzi è dalla vulnerabilità che scaturiscono innovazione e cambiamento.
Se vuoi approfondire questo argomento, ti consigliamo il libro “La forza della fragilità” di Brené Brown, docente di Scienze sociali all’università di Houston. C’è anche un suo TED talk sul tema.
Il tema dell’autorealizzazione è quanto mai attuale. Che cos’è davvero l’autorealizzazione? E’ il bisogno più elevato nella scala dei bisogni individuati da Abraham Maslow (qui puoi approfondire l’argomento).
Secondo Maslow ognuno di noi si autorealizza nel momento in cui il suo potenziale riesce ad esprimersi e a mostrarsi a tutto il mondo.
Ecco che si fa strada in molti il desiderio di autorealizzazione proprio puntando sull’autoimprenditorialità.
CHE COS’E’ L’AUTOIMPRENDITORIALITÀ?
L’autoimprenditorialità è la propensione all’iniziativa imprenditoriale autonoma.
Hai voglia di metterti in proprio e senti che ti sta stretto lavorare come dipendente? E’ probabile che dentro di te si nasconda un’ autoimprenditrice o un autoimprenditore.
Nell’avvio di un’autoimpresa si parte da soli, per poi magari arrivare anche a crescere e trasformarsi in una vera e propria impresa, di dimensioni elevate e con dipendenti.
Oggi si aprono scenari inediti per chi vuole avviare un’ attività, soprattutto per giovani e donne, perché sono in arrivo risorse finanziarie ingenti grazie al PNRR.
DA DOVE PARTIRE PER METTERSI IN PROPRIO
Tuttavia, fare impresa in Italia non è una passeggiata. Secondo la più recente ricerca elaborata dalla Banca Mondiale sul tema che risale a fine 2019 (la trovi qui), l’Italia è il secondo Paese al mondo dove è più costoso avviare un’impresa.
Mettersi in proprio nel nostro Paese è rischioso e per nulla a buon mercato!
E’ fondamentale quindi avere ben chiari tutti i costi, non solo in termini di esborso monetario, ma anche di tempi e procedure per realizzare le diverse attività.
Ecco i tre step fondamentali per mettersi in proprio partendo col piede gusto:
- definisci con chiarezza il tuo modello di business in ogni sua parte, partendo da:
- CHE COSA venderai,
- A CHI lo venderai,
- COME ti organizzerai per farlo.
In Piano Bis possiamo aiutarti a farlo attraverso il business design, supportandoti nella validazione del tuo modello e nella redazione del tuo business plan;
2. scegli la forma giuridica più adatta a te: avviare un’impresa, aprendo una partita IVA costa. Per chi vuole avviare un’autoimpresa, la scelta del regime forfettario potrebbe rivelarsi davvero interessante in un primo periodo. E’ fondamentale farsi supportare da commercialisti preparati per questo passo. Scrivici: ti metteremo in contatto con i migliori commercialisti per il tuo ambito di riferimento;
3. ricerca le fonti finanziarie più adatte a te: oggi esistono molte soluzioni alternative al sistema bancario per reperire risorse finanziarie. Dalle misure di finanza agevolata messe a disposizione dallo Stato e dalle Regioni fino alle piattaforme di crowdfunding ed equity crowdfunding. In Piano Bis possiamo aiutarti a individuare il giusto mix finanziario per avviare la tua attività.