Riforma legge fallimentare: il nuovo paradigma banca-impresa
Leggendo alcuni articoli di commento alla riforma della legge Fallimentare ci è tornata in mente la frase di Niel Bohr: “LA PREDIZIONE E’ MOLTO ARDUA , SOPRATTUTTO SE RIGUARDA IL FUTURO”.
Forse è per questo che finora non si è data molta importanza ai dati previsionali in azienda…
E ora? E ora invece toccherà – volenti o nolenti- leggere e interpretare i segnali di allerta e di crisi aziendale utilizzando al meglio ogni strumento disponibile…anche nelle piccole-medie imprese.
Tra le novità maggiormente significative del nuovo D. Lgs. che – in attuazione della legge delega (legge n. 155/2017) – introduce il nuovo Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, trovano spazio alcuni strumenti ed azioni che dovrebbero consentire una diagnosi precoce della crisi aziendale fin dalle sue prime manifestazioni.
Solo il futuro potrà confermare se le procedure di allerta introdotte dalla Nuova Legge fallimentare saranno effettivamente predittive ed efficaci nel contrastare e prevenire le crisi aziendali . Al momento è certo che tali procedure (chiamate anche “early warning”) richiedono l’assoggettamento di circa 140.000 s.r.l. in Italia alla nomina dell’organo di controllo o del revisore. Una novità che rappresenta un costo non indifferente per le srl coinvolte…ma anche un’opportunità di rivedere molti aspetti della gestione aziendale.
Ciò dovrebbe consentire, nelle intenzioni del legislatore, di intervenire tempestivamente ed avviare iniziative volte a garantire la continuità aziendale.
La nuova riforma richiede che i sindaci e i revisori si attivino in una fase precoce, cioè quando sussiste la probabilità della futura insolvenza, ma i segnali di crisi non hanno ancora iniziato a manifestarsi pienamente; pone inoltre a carico dell’imprenditore degli obblighi organizzativi e riscrive i compiti e le responsabilità dell’organo amministrativo.
La proposta anticipa quindi il momento in cui i sindaci e i revisori si devono attivare, ponendo il problema di come monitorare l’andamento dell’impresa e quali indicatori utilizzare .
Gli indicatori di allerta di carattere reddituale, patrimoniale e finanziario che possono incidere sulla sostenibilità dei debiti verranno individuati operando in un’ottica previsionale detta “forward looking”.
Va evidenziato che i termini “early warning” e “ forward looking” non sono una novità. Infatti sono ampiamente utilizzati da tempo in ambito creditizio, dall’introduzione degli IFRS9.
C’è un filo conduttore che unisce la Nuova Legge Fallimentare e gli IFRS9, che porterà ad una modifica ulteriore dei rapporti tra impresa e banca.
Gli imprenditori – soprattutto i piccoli imprenditori – sono pronti ad affrontare questo cambio di paradigma che inciderà in modo significativo nella loro struttura organizzativa e nei rapporti con le banche?
E’ il momento di un Piano Bis per le PMI, che parte certamente da una maggior consapevolezza e competenza in ambito economico-finanziario, che non può più essere appannaggio quasi esclusivo di commercialisti e consulenti, ma deve sempre più permeare la quotidianità di chi fa impresa.